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Come fare in modo che gli utenti aprano le vostre email

Esistono moltissime regole per scrivere email efficaci che catturino l'attenzione del vostro utente sin dalla prima fugace occhiata all'oggetto, ma capita spesso che, anche seguendo scrupolosamente le linee guida, le vostre email vengano lette poco o che non inneschino nessuna azione da parte dei vostri utenti.

 

Per capire bene come scrivere le vostre email e indirizzare correttamente le vostre campagne ci vengono in aiuto l'unica cosa che mette sempre tutti d'accordo: i dati. Grazie a Mixpanel è infatti possibile rispondere alla domanda "cosa fa leggere le email agli utenti?" basandosi su oltre 1,7 miliardi di email inviate e 230 milioni di email lette (considerando sia email molto specifiche basate su azioni puntuali degli utenti che email generiche di benvenuto o promozionali).

Siete pronti a veder crollare tutte le vostre certezze sull'email marketing?

La maggior parte delle email non vengono lette.

Lo so, è dura, ma è la verità: mediamente viene aperto il 13,53% delle email. Ovviamente ci sono campagne che performano meglio di altre arrivando anche al 50% di apertura (1 caso su 5), o iniziative poco efficace che non raggiungono il 10% (2 casi su 5).

L'oggetto deve essere lungo al massimo 30 caratteri.

Le email con oggetto minore di 30 caratteri vengono aperte nel 15,05% dei casi, mentre il tasso di lettura di quelle con una lunghezza maggiore scende al 12,92%.

Vi basta pensare a come voi tutti i giorni scandagliate la vostra casella di posta per non rimanere molto sorpresi di questi risultati.

​La personalizzazione non migliora le performance come una volta.

Le email con un oggetto contenente contenuti personalizzati raggiungono un tasso di apertura del 9,34%, ben al di sotto della media del 13,53%.

Di sicuro qualche anno fa trovare il proprio nome citato in una mail, in particolare nell'oggetto, poteva essere un buon motivo per essere incuriositi e aprirla, ma ormai abbiamo imparato il giochetto e serve una personalizzazione molto più spinta per attrarre un utente.

Non urlate, siate gentili.

Le email con un oggetto contente un punto esclamativo ‘!’ raggiungono un tasso di apertura del 10,92%, anche in questo caso al di sotto della media del 13,53%.

Se l'oggetto poi contiene addirittura tre punti esclamativi '!!!' il tasso scende rovinosamente al 7,59%.

Al contrario email con un oggetto contenente parole gentili come “thank you”, “please” and “sorry" raggiungono un sorprendente tasso di apertura del 22,98%.

Esplicitate la ricompensa che l'utente avrebbe aprendo la mail, come la risposta ad una domanda.

Le email con un oggetto contente un punto interrogativo ‘?’ raggiungono un tasso di apertura del 15,21%, un paio di punti percentuali sopra la media del 13,53%.

Se l'oggetto invece contiene "How to" il tasso sale fino al 20,66%

Creare un senso di urgenza funziona fino ad un certo punto.

Una delle best practice tipiche delle call to action è quella di mettere urgenza ai vostri utenti (Fallo oggi! Compra adesso!). Generalmente funziona, ma anche in questo caso ormai il giochino è piuttosto chiaro agli utenti e il tasso di apertura di email con oggetto contente questi riferimenti è pari al 12,67% poco al di sotto della media del 13,53%.

Le promozioni e i soldi facili non sono più così tanto efficaci, a meno che non siano gratis.

Le email con un oggetto contente riferimenti a offerte, promozioni, coupon o sconti superano di poco il tasso di apertura del 10%. Ovviamente l'interesse dell'utente è strettamente collegato con l'oggetto della promozione, quindi questo tasso cresce nel caso di up o cross selling, mentre diminuisce nel caso di clienti prospect.

Se poi focalizziamo il dato su email con oggetto contenente riferimenti alla gratuità di qualcosa il tasso di lettura sale fino ad arrivare al 17,27%.

Ovviamente la metrica più importante da considerare in email di questo tipo sono quanti ordini o acquisti avete raccolto, non tanto quante email sono state aperte.